Parità di genere nelle comunicazioni del Comune di Milano:
Le parole sono il mezzo con cui rivestiamo i nostri pensieri e li rendiamo disponibili agli altri. E’ attraverso il linguaggio che comunichiamo, esprimiamo concetti, sentimenti, intenzioni. La lingua è una cosa viva che si modifica con il tempo e con le influenze che derivano dalla società. Partendo da questi assunti, le istituzioni si stanno occupando anche di linguaggio: la società nella quale viviamo si è modificata, si modifica e si modificherà ancora e occorre che il nostro linguaggio sia in grado di mettere l’accento anche, e talvolta soprattutto, sulle nuove realtà che nascono e si consolidano. Professioni e funzioni che sono state per anni di esclusivo dominio maschile, sono invece oggi rivestite da uomini e donne indifferentemente e, anche se siamo lontani dal vivere in una società che dia pari opportunità a entrambi i generi, ci sembra doveroso che anche il linguaggio che comunemente usiamo, esprima questa nuova realtà. E’ per questa ragione che abbiamo cercato il parere della più insigne accademia della lingua italiana, l’Accademia della Crusca per potere, attraverso le raccomandazioni e le linee guida della Prof. Cecilia Robustelli, avere chiarezza su quali sono le strategie comunicative da adoperare per fare in modo che nel linguaggio dell’amministrazione comunale sia riconosciuto e valorizzato anche il genere.
La lingua rispecchia la cultura della nostra società. Per queste ragioni la riflessione sul linguaggio utilizzato dalla nostra Amministrazione nella stesura dei propri atti, è fondamentale per rendere tutti consapevoli delle disuguaglianze di genere presenti nella nostra società, quando non addirittura per contribuire al loro superamento. Proprio la coessenzialità del linguaggio al pensiero rende le questioni linguistiche tanto delicate e se sappiamo che un’azione espressamente diretta a modificare il linguaggio può sembrare artificiosa e privare la parola di quel senso di deposito della storia di un contesto sociale, che normalmente le attribuiamo, tuttavia l’impellenza di un intervento sui costumi della disparità, tanto diffusi nel nostro Paese, rende anche questa artificiosità necessaria e tollerabile. In un tempo in cui ancora ci troviamo a riflettere sui troppo numerosi femminicidi, travestiti da delitti passionali, ci accorgiamo quanto siano importanti anche le parole, perché si affermano modelli educativi e di comportamento in grado di mettere in comunicazione e in rapporto tra loro tutte le differenze e in primis quella tra uomini e donne.
Sintesi intervento Diana De Marchi, Presidente Commissione Pari Opportunità Comune di Milano “Ecco perché il linguaggio conta nello sport, in politica, ovunque”.
Parità di genere nelle comunicazioni del Comune di Milano
Non uno stravolgimento della lingua italiana, come garantisce l’Accademia della Crusca nelle sue scrupolose indicazioni, ma un adeguamento al genere femminile del linguaggio usato dalla Pubblica Amministrazione. Dai termini più comuni come direttore e direttrice, ai più inusuali quali revisore e revisora, passando da quelli oggi più discrezionali come assessore e assessora, sino ad arrivare un giorno addirittura a sindaco o sindaca. Queste sono alcune delle nuove parole, insieme a molte altre, che entreranno a far parte del lessico e degli atti dell’Amministrazione comunale. Sono state, infatti, approvate oggi dalla Giunta Comunale le linee guida per l’adozione della parità di genere nei testi amministrativi e nella comunicazione istituzionale del Comune di Milano. “Ogni volta che nel dibattito politico si introduce il tema del linguaggio, si corre il rischio di una levata di scudi e di inutili irrisioni – così l’assessora alle Politiche per il Lavoro, Attività produttive e Risorse Umane del Comune di Milano Cristina Tafani, che prosegue: “Questione non prioritaria, si dice, forzatura di formule neutre, mentre non ci si rende conto quanta violenza ci sia nel voler declinare al maschile ruoli e funzioni svolti da donne e per cui la grammatica non ha dubbi di sorta. L’alibi delle priorità è poi sempre usato in ottica conservatrice. Rassicurando quindi che per concepire questa delibera, che recepisce una giusta e a lungo ignorata legge nazionale, nessuna importante ed urgente questione è stata trascurata – conclude l’assessora Tajani – diamo la giusta visibilità alle donne dell’ente che, essendo la maggioranza, tanta parte hanno nella buona reputazione del Comune di Milano e nella sua innovatività. Scrivere la realtà per quella che è, è un tema di giustizia, nulla di più”. “Occuparsi di linguaggio – spiega l’assessore alla Partecipazione, Cittadinanza attiva e Open Data, Lorenzo Lipparini – è un’azione molto concreta perché non c’è cambiamento che non passi da un utilizzo consapevole di termini e parole. Questa delibera affronta il tema della discriminazione, a partire dagli aspetti linguistici, rende visibile e valorizza il ruolo delle donne che lavorano e si relazionano al Comune. La delibera fa seguito a una mozione adottata dal Consiglio Comunale su iniziativa della consigliera Diana De Marchi, che ringrazio. Lavoreremo con lei e con la delegata del Sindaco per le Pari Opportunità, Daria Colombo e con gli uffici per la formazione e la creazione di atti, moduli e comunicazioni seguendo le indicazioni date sulla materia dell’Accademia della Crusca”. Linee guida che si inseriscono nella più ampia azione condotta, in questi anni, dall’Amministrazione comunale al fine di garantire il miglior equilibrio di genere nonché il superamento di ogni tipo di discriminazione, anche nel linguaggio sia scritto che parlato. Linguaggio che spesso, ad oggi nella modulistica, negli atti, nei testi e nella comunicazione della Pubblica Ammirazione non rispecchia la progressiva affermazione delle donne nelle professioni, nei ruoli e nelle istituzioni tradizionalmente ad esclusivo appannaggio del genere maschile. Nello specifico, il provvedimento prevede l’istituzione di un tavolo permanente inter-direzionale coordinato dai vertici dell’Amministrazione con il compito di diffondere nella compagine comunale, a tutti i livelli, una maggiore consapevolezza del divario di genere e una cultura linguistica appropriata. Tra gli obiettivi perseguiti dal tavolo, la realizzazione di un programma di formazione per le risorse umane dell’ente, a tenore culturale e linguistico, per il superamento del divario di genere nel linguaggio del Comune. La pianificazione della revisione di tutti i testi amministrativi in vigore e della modulistica diretta alle utenti e agli utenti dei servizi comunali. Oltre a promuovere l’adozione della parità di genere nella comunicazione istituzionale e amministrativa delle società partecipate, enti e aziende.
Comunicato Stampa del Comune di Milano